sabato 3 gennaio 2015

Les amants


Cimetiere Père-Lachaise, Paris

Mio amore, mia anima lasciar ti devo ma non per sempre. C'è chi crede o chi sogna di poter un giorno ritrovare chissà dove chi si è perso, un giorno. Io non credo, non sogno , non spero. Io piango e non voglio abbandonarti. La pietra che si chiude mi oblìa e mi oscura, per sempre, per sempre. La velata figura mi trascina in un freddo di morte, addolorata anch'essa per l'umana sorte. Inconsolabile, fragile anima mia, ho amato i tuoi sospiri sin dal primo, quando ancora non ero io, quando ancora non eri tu. Ti ho sognato nelle fiabe che ascoltavo prima dei sonni inquieti di bambina triste, ti ho letto nelle poesie e udito nella musica che toccava il cuore. Ecco che la morte ci separa. La morte non sarebbe così penosa se non dovessi lasciarti. E' così intollerabile che un dolore sì intenso debba mutarsi soltanto in lacrime, che la mia morte non scuota le fronde di questo albero, che non muti il canto degli uccellini. E' la mia morte, è il tuo dolore, e l'universo ci ignora, da sempre. Creature mortali, la nostra condanna è la nostra unica consolazione: l'amore. L'illusione che trascende l'oblio per un istante, un istante solo, ripetuto al ritrmo del sorriso dell'amato, all'infinito. Ti lascio colmo di felici ricordi dei nostri giorni. Non dimenticarmi. E non raggiungermi.

Chopin



Cimetiere Père-Lachaise, Paris

Piango Chopin. Sulle sue note intono dolenti canti in sua memoria. La vita che visse nessuno e non io conosco, ma l'eterna sua musica vive nel suo sonno e nell'assonnata vita. Custodisco le sue spoglie ormai inconsistenti, io, giovane addolorata per un'amore infinito ed impossibile.


Medito da secoli sulle vostre lacrime. Il dolore è un'ombra onnipresente, o vite mortali. Siete fiori impazienti di fiorire e inconsolabili allo sfiorire delle vostre stagioni. Immortali i vostri sogni, evanescente ai miei occhi la vostra vita intera. Siete materia nel vuoto del mio pensare, siete la vita che non vivo osservandovi assente. Siete le mie lacrime di pietra, siete le mie ali, ancorate alla terra e troppo pesanti per spiccare il volo. Sono la voce consolatoria che non udite nell'inutile vostro dolore. Sono la materia del vostro immutabile sogno d'eternità